A seguire, parte della relazione esplicativa del progetto dell’Arch. Ettore Rossi, vincitore del concorso, scritto in un Italiano pieno di retorica da altri tempi, ma significativo della impostazione progettuale.
Per l'Ospedale Clinico di Modena erano originariamente previste n. 3 torri con la piu' importante alta 42 metri, ossatura in acciaio, dieci piani, copertura a terrazzo, con l’accesso di servizio su Jacopo Barozzi, i trasporti mortuari sulla via Emilia e l’accesso principale verso la citta’.
Dalla Relazione di progetto del progetto vincitore dell'Arch. Ettore Rossi - Se avanzo seguitemi
(...) L'impostazione dei vari problemi, segue alcuni concetti che sono per noi tecnici moderni, assolutamente basilari:
• L’Ospedale clinico e’ un Istituto per malati acuti
• E' un Centro scientifico di ricerche e di studi
• E' un Centro assistenziale, profilattico e sociale.
• Non e’ un convalescenziario
• Non e’ un gerontocomio
Deve permettere una perfetta efficienza dei servizi ed un basso costo di gestione
Non debbono dominare i romantici concetti del giardino all’inglese ed all’italiana; dei viali fronzuti e dei verdi boschetti.
Non ci sono soldi per questi inutili lussi.
Cio’ che conta e’ curare e guarire gli ammalati.
Curare e guarire nel piu’ breve tempo possibile per ragioni di economia e per lasciare posto agli altri che vogliono entrare.
Cio’ che conta e’ dare una completa e perfetta educazione a quelli che saranno i medici del domani.
Cio’ che piu’ ad un ammalato interessa non sono i fiori ne’ le aiuole, che il piu’ delle volte esistono solo il giorno della inaugurazione dell’Ospedale e se esistono non sono mai messi sotto gli occhi del malato che, tra l’altro, non se ne interessa affatto ed ha per suo panorama il soffitto della corsia.
Cio’ che interessa all’ammalato e’ l’avere una pronta, sollecita, efficiente, competente, sempre pronta assistenza, sia del medico che degli infermieri; un vitto sano, appropriato, alla giusta temperatura e cottura.
Non un rancio, ma una dieta(...)
Dobbiamo ancora alla cortesia dell’Architetto Ettore Rossi, 1° classificato in tale concorso, la pubblicazione delle seguenti notizie sulle principali caratteristiche tecnico-edilizie del progetto vincitore e la riproduzione di alcune piante e disegni assonometrici del nuovo stabilimento. Ipse dixit.
ll bando di concorso nel fissare il numero delle cliniche e degli istituti che dovevano essere compresi nell'ospedale, ha chiaramente indicato che nello studio della soluzione si dovesse tenere in gran conto, compatibilmente alle esigenze ed ai requisiti di un moderno ospedale, il minor costo di gestione.
ll bando di concorso nel fissare il numero delle cliniche e degli istituti che dovevano essere compresi nell'ospedale, ha chiaramente indicato che nello studio della soluzione si dovesse tenere in gran conto, compatibilmente alle esigenze ed ai requisiti di un moderno ospedale, il minor costo di gestione.
Nella soluzione prescelta sono in pieno applicate le teorie sulla completa centralizzazione delle cliniche e dei servizi, giacché è soltanto attraverso un’intima colleganza fra questi due elementi che si possono ottenere i bassi costi di gestione oltre ad altri numerosi vantaggi di indole funzionale.
Il complesso ospedaliero risulta raccolto cosi in tre soli fabbricati: l'«Ospedale Clinico»; l'«Ospedale Sanatoriale»; gli «Istituti di Anatomia e Servizio Mortuario». Sono evidenti le ragioni che determinano l'isolamento degli «Istituti di Anatomia», mentre, per quanto riguarda l'Ospedale Sanatoriale la netta separazione dal resto delle cliniche è determinata da ragioni sanitarie, psicologiche ed amministrative essendo spesso questi Istituti gestiti con amministrazione speciale. Partiti da questi concetti fondamentali, la soluzione relativa alla sistemazione dell’Ospedale Clinico rappresentava le maggiori difficoltà distributive e quindi questo edificio è quello che più di ogni altro ha meritato il più attento studio.
Trattandosi di Ospedale clinicizzato, un concetto basilare del progetto è quello che ha determinato la creazione di due zone perfettamente distinte" sebbene perfettamente collegate: la Zona di Degenza e la Zona Filtro. Nella « Zona di Degenza» sviluppantasi verso sud, sono raccolti gli ammalati; nella Zona Filtro sviluppantasi verso nord, sono raccolte le sale diagnostiche e di ricerca, quelle di cura ed operatorie, le Facoltà con le Aule ed i laboratori, le direzioni e gli archivi clinici, così da lasciare all'Ospedale propriamente detto la necessaria autonomia e tranquillità pur restando gli ammalati a disposizione e presso il centro didattico.
Questa interessante concezione caratterizza il progetto e lo rende assai più vicino alla perfetta soluzione di quanto non siano giunti gli altri ospedali clinici centralizzati sin ora costruiti e che si trovano tutti nell'America del Nord. Il fabbricato è a nove piani nei quali le cliniche sono sviluppate in piano e soprapposte le une alle altre in modo da creare colonne verticali per ciascun reparto o servizio con evidenti vantaggi dell'orientamento, della funzionalità, e dell'economia.
Altro concetto base è stato quello tendente ad unificare, e quindi semplificare, rutti i servizi comuni al centro ospedaliero (amministrazione e segreteria, ricerche ed analisi, cure speciali, radioscopia, elettroterapia ecc., cucina e lavanderia, riscaldamento e condizionamento).
Le cliniche generali sono sistemate al centro dell'edificio e quelle speciali nei corpi laterali. La « Zona di Degenza » è rivolta a sud con separazione per ciascuna clinica del reparto donne da quello uomo e da quello bambino, creando i reparti per pensionanti a diretto contatto con la relativa clinica. La Zona Filtro è rivolta a nord con costante distribuzione dei diversi elementi che la compongono (direzione, assistenti, archivio, sale diagnostiche, operatorie e di cura, laboratori per professori, medici, studenti, aule di lezione e dimostrative).
Ciascuna clinica ha speciali gruppi di locali di servizio ben collegati con il centro distributivo delle medicine, dei viveri e della biancheria in modo tale che il servizio sia facile e celere usando allo scopo montacarichi e montavivande, Questi locali sono però ben isolati dalle corsie in modo da evitare rumori, odori, promiscuità. La disposizione degli impianti igienici è tale da evitare ai malati l'attraversamento dei corridoi per recarsi ai gabinetti ed ai bagni eliminando quel confuso, poco estetico ed anti-igienico traffico fuori dalle corsie. Una speciale attenzione è stata posta alla disposizione degli ambulatori giacché non si è ritenuto conveniente di applicare un concetto unico indipendentemente dall’importanza del servizio ambulatoriale a cui è chiamata ogni clinica. Seguendo quindi la massa di lavoro di ciascun ambulatorio e dando ad esso la disposizione più appropriata per eliminare spese e spostamenti inutili, ne è risultato che le grandi cliniche (Medicina, Chirurgia, Ostetricia, Pediatria) hanno gli Ambulatori riuniti e situati al piano-terreno giacché, ai molti malati che dovrebbero salire vari piani, corrisponde un maggior numero di medici, infermieri, suore ecc. Quindi: il medico va dagli ammalati; mentre, per le piccole cliniche si è sistemato l'ambulatorio presso ciascuna clinica giacché i pochi ammalati debbono salire due o tre piani ed i medici in minor numero debbono alle volte disimpegnare quasi contemporaneamente anche il servizio interno dell'ospedale.
Quindi: pochi infermi vanno dal medico. Una condizione indispensabile in un moderno ospedale è quella di essere concepito in modo da poter nel futuro ampliare o modificare una clinica od un reparto di essa; senza dover ampliare cliniche od altri reparti. Perciò nello studio del nostro ospedale si è fatto corrispondere ad ogni clinica ampie terrazze da poter poi sopraelevare.
La stessa struttura del fabbricato, che è prevista in acciaio con pareti divisorie leggere e facilmente spostabili, rende questa condizione di flessibilità assai facile e conveniente.
Va aggiunta l'altra qualità che permette una netta separazione del reparto didattico da quello ospedaliero sia dall’ingresso che è unico sia per gli ammalati, gli studenti ed i visitatori ma è disposto e studiato in tal maniera da evitare ogni promiscuità e sovrapposizione dei diversi traffici.
L'« Ospedale Sanatoriale segue i concetti applicati nell'Ospedale Clinico, mentre gli Istituti di Anatomia » sono disposti in tale maniera da rendere ben separato e distinto in ogni Istituto il servizio ospedaliero da quello didattico. Il problema architettonico è mantenuto perfettamente aderente alle esigenze funzionali e dandosi la maggior cura all’orientazione ed alla distribuzione dei vari reparti e servizi di modo che lo studio planimetrico di ciascuno di essi è perfettamente conforme alla necessità del servizio, senza affatto seguire alcuna deviazione od alterazione in dipendenza di concetti di pura polemica estetica, applicata sia alle piante come all’elevazione.
Poiché in un ospedale non vi è nessuna necessità di fare del monumentale creando la facciata II con ingresso a colonnati, il carattere esterno svela con la sua linea semplice e moderna l’interna funzione di ciascuna massa architettonica. Abbiamo quindi grandi superfici vetrate a nord per illuminare, con luce fredda e costante, i laboratori, le sale di cura e di operazione, le aule, mentre a sud appropriate finestrature assicurano piena e perfetta ventilazione e luminosità senza rendere le corsie e le camere quasi inospitali nella calda estate.
La disposizione dei fabbricati sul terreno è semplice e logica: l'Ospedale Sanatoriale II all'estremo lato sud. L'«Ospedale Clinico» trasversalmente nella zona più ampia. Gli Istituti di Anatomia verso nord.
Un ingresso principale è rivolto verso la città, due ingressi di servizio su Via Jacopo Barozzi, mentre un’uscita su Via Emilia servirà per i trasporti funebri, trovandosi il Cimitero in quei pressi. Ampie zone sono destinate a giardino o a futuri ampliamenti.
ARCH. ETTORE ROSSI.
Il progetto di Ettore Rossi risulta vincitore per i seguenti motivi :
Il progetto di Ettore Rossi risulta vincitore per i seguenti motivi :
"...presenta moltissimi pregi di concezione unitaria, di distribuzione, di ottima esposizione, di organizzazione, di servizi e di separazione fra i reparti di degenza e quelli d'insegnamento e risponde perfettamente alla ricordata prescrizione di minor costo di gestione. Esso ha sobria dignita' di forma e la sua parziale notevole altezza e' mitigata e quasi non appare, perche' il corpo centrale elevato si stacca armonicamente da avancorpi minori...."
Il progetto vincitore ma non il progetto migliore; hanno avuto peso l'assenza di architetti in Commissione, il peso politico di Ettore Rossi, la precedente e vicina aggiudicazione di altro bando per ospedale (Viterbo), altri due incarichi per ospedali che ne facevano un nome di spicco nella specialita'. Rivediamolo. La Commissione, nel 1934, li chiama ...avancorpi minori da cui si stacca il corpo centrale..., adesso, nel 2010, si chiamano corpi da speculazione edilizia ad alto rischio sismico con scarso rispetto dei vincoli urbanistici.
Facile rilevarlo ma occorre tenere conto che i parametri di valutazione di un progetto dopo 77 (settantasette) anni sono diventati terribilmente arcaici.
Sic stantibus rebus.
Occorre tenere conto anche dell'estrema bellezza simbolica ed architettonica degli istituti Anatomici, sinceramente marginali come importanza, ma di notevole particolarita'.
Il voto si alza ma non raggiunge l'eccellenza
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