lunedì 31 gennaio 2011

1961 - Ospedale San Giovanni Bosco


1961 - Ospedale San Giovanni Bosco

1954 – Ospedale Geriatrico di Verona

1954 – Ospedale Geriatrico di Verona


Loredan Giuseppe fu presidente degli Istituti Ospedalieri di Verona dal dicembre 1948 al novembre 1957 e sotto la sua amministrazione si portò a compimento la fase costruttiva post bellica e preparò la nascita del nuovo Ospedale Geriatrico affidando lo studio progettuale all’architetto Ettore Rossi, all’architetto Bruno Milotti e all’ing. Enea Ronca.
Nello stesso anno 1954 fu presentato il progetto di massima per la costruzione, vicino all'area ospedaliera di Borgo Trento, del nuovo Ospedale Geriatrico con circa 540 posti-letto. La posa della prima pietra avvenne il 21 maggio 1960 e la costruzione fu completata in tre anni, dal 1963 al 1966, per un totale di circa 800 posti-letto.

1948 - Ospedale di Alessandria

1948 - Ospedale di Alessandria

Le Opere Pie Ospitaliere di Alessandria occupavano un intero isolato di mq. 34.296 con un'area coperta di mq. 15.709 e i fabbricati costituivano la risultante di più elementi costruttivi sviluppatisi in tempi diversi attorno al nucleo iniziale, che risale all'anno 1556; tali fabbricati subirono successivi adattamenti e trasformazioni per adeguarsi alle nuove esigenze che via via andavano manifestandosi.
Tale complesso univa all’irrazionale conformazione e distribuzione insite nella stessa vetustà delle costruzioni anche gli inconvenienti delle successive modificazioni, eseguite senza un piano organico prestabilito e soltanto in funzione delle più impellenti necessità.
La funzionalità dei reparti e dei servizi ospedalieri era gravemente compromessa sotto tutti gli aspetti (tecnico, igienico ed economico), tanto da indurre l'Amministrazione dell'Ente a studiare un piano organico di rinnovamento e completamento dei fabbricati e degli impianti.
Il 18 novembre 1948 le Opere Pie Ospitaliere di Alessandria bandirono un pubblico concorso fra gli ingegneri e gli architetti italiani per un progetto di massima di riordinamento, rinnovamento e completamento dei fabbricati e degli impianti ospedalieri.
Il bando del concorso portava notevoli limitazioni e restrizioni dirette ad ottenere dai concorrenti il massimo sfruttamento possibile delle attuali costruzioni che risultassero ancora idonee ad una razionale trasformazione.
Il concorso si concluse il 27 luglio 1949 con la premiazione di due progetti a pari merito.
Il progetto «Sapere» dell'Arch. Ettore Rossi di Milano prevedeva la sopraelevazione degli attuali fabbricati con un grande corpo ad « U», mantenendo l'eccessivo addensamento delle costruzioni.
Il progetto « Probitate et Labore » dell'Ingegner Luigi Gastini e dell'Arch. Bruno Colivicchi di Alessandria prevedeva la sopraelevazione di una parte dei fabbricati esistenti e la costruzione di un nuovo padiglione in modo che i vantaggi di alcune demolizioni per dare maggior respiro ai fabbricati esistenti, restano annullati dalle nuove costruzioni.

1943 - Hotel Bernini - Roma

1943 - Hotel Bernini Roma


Nel 1943 venne ristrutturato dall’architetto Ettore Rossi l’Hotel Bernini in Piazza Barberini a Roma con le classiche linee littorie. L’edificio sostituiva il vecchio hotel Bristol che il costruttore Alessandro Frontini volle realizzato nel 1875 su disegno di Francesco Azzurri.



domenica 30 gennaio 2011

1942 - Ospedale di Foggia - Arch. Ettore Rossi

1942 - Ospedale di Foggia


Fin dal 1937 si impose la necessità di dotare Foggia di una struttura ospedaliera efficiente e moderna. Il presidente degli Ospedali Riuniti di quegli anni, l'avvocato Annino Gentile, chiese all'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, la concessione del Sanatorio di via Ascoli, già costruito ma non ancora adibito a tubercolosario. La richiesta, caldeggiata dal Prefetto, non fu accolta dall'Istituto proprietario e gli amministratori dell'ospedale cittadino si orientarono verso la costruzione "ex novo" di un centro ospedaliero dalla capacità di 500 letti per far fronte alle necessità di Foggia e della sua provincia. Il commendator Guarducci, Commissario prefettizio degli Ospedali Riuniti, nel 1942 deliberò la costruzione del nuovo ospedale, affidando all'architetto Ettore Rossi di Roma il compito di redigere il progetto. La guerra, già scoppiata nel 1940, si incaricò di fermare tutto.
La vera svolta, però, arriva nel 1962 con la nomina di Luigi Turtur a Presidente del Consiglio di Amministrazione degli Ospedali Riuniti. Luigi Turtur, ingegnere, tenne a battesimo il vero inizio dei lavori di costruzione del nuovo ospedale.







venerdì 28 gennaio 2011

1947 - Case Albergo - Architettura minimalista

 

Casa Albergo, via Filippo Corridoni 22
di Luigi Moretti 1947-50 collaboratore Arch. Ettore Rossi
Forme apparentemente semplici rivelano un contenuto complesso. Questo famoso edificio realizzato dall'architetto romano Luigi Moretti tra il 1947 e il 1950  con la collaborazione del nostro Arch. Ettore Rossi stupisce per le proporzioni perfettamente studiate.
E' un edificio di quattordici piani caratterizzato da due fronti scanditi da finestre regolari per questo verso molto somigliante al Policlinico ( non certo per la forma) ed anche per la peculiarità della costruzione, i fianchi completamente nudi, segnati da una profonda spaccatura centrale che taglia la superficie liscia.
Una vera e propria lezione di minimalismo dai primi anni Cinquanta tentata con minor fortuna anche al Policlinico di Modena.
Nell’immediato dopoguerra Ettore Rossi si trasferisce a Milano insieme ad altri professionisti fra i quali l’arch. Luigi Moretti.

Quest’ultimo fonda, con Adolfo Fossataro, la società Cofimprese a cui il Comune di Milano affida la realizzazione di una serie di complessi residenziali.
In un’intervista del 1987 Adolfo Fossataro cita anche Ettore Rossi che probabilmente ha collaborato con Luigi Moretti alla progettazione delle case albergo e così ricorda:
“… dopo la liberazione conoscemmo, Moretti ed io contemporaneamente, un assessore comunista, l’assessore Montagnana, il quale ci prese in simpatia e accettò l’idea di Moretti di costruire le case-albergo, per le quali io mi occupai di trovare i finanziamenti e di recuperare i fondi, mentre Moretti avrebbe curato la parte progettuale ed esecutiva…. Il Comune accettò in pieno l’idea delle case albergo perché io mi ero impegnato a trovare dei contributi finanziari. Ricordo bene che il contratto era di circa un miliardo, anche se poi arrivò a quasi tre miliardi, perché i lavori anziché durare diciotto mesi, durarono quasi cinque anni. Il contratto iniziale, dicevo, fu esattamente di 900 milioni, e questa fu una grossa bomba che scoppiò a Milano, quando si seppe che due novellini, chiamiamoci così, avevano sfondato con un’amministrazione comunista mentre altri no. Infatti Rossi era un fascistone, Moretti era un fascista, io ero un fascista, e, nonostante ciò costruimmo queste case albergo..”
L’edificio di via Corridoni rappresenta una forte novità nella concezione dell’edilizia residenziale di quegli anni. E’ concepito per ospitare 520 piccoli appartamenti, di mq 20 ciascuno, fruibili da una sola persona, affiancati da infrastrutture per servizi comuni (ristorante, sale soggiorno, locali di servizio diversi), e completati da corpi di collegamento destinati a negozi ed uffici.
Caratterizzato dalle grandi fenditure delle testate, coincidenti con i corridoi centrali, l’edificio, in cemento armato, è rivestito in mosaico di vetro bianco, primo esempio di una finitura che Moretti riproporrà in opere successive.
Negli anni successivi Moretti realizza a Milano altre due case-albergo, in via Lazzaretto e in via Bassini.
L’architetto Luigi Moretti disse:
“L’edificio è una delle opere più ardite dell'architettura moderna e nel suo tipo unica in Europa. Nel suo stile d’avanguardia nessuna concessione è stata fatta a elementi decorativi, ma tutta la bellezza e l’efficacia è stata realizzata con le sole aperture delle finestre, che con la loro dislocazione rispondono esattamente alle necessità interne delle stanze. Pur essendo un’architettura senza decorativismi, essa assume un valore particolarmente lirico, specialmente attraverso le grandi fenditure delle testate, che segnano esattamente lo spazio dei corridoi centrali. Corridoi che sono concepiti come strade sovrapposte, ciascuna delle quali a servizio di due fila di case minime.„

giovedì 27 gennaio 2011

1951 - L’arredo dell’Andrea Doria

1951 - L’arredo dell’Andrea Doria



L’assegnazione dell’incarico per l’arredamento dell’Andrea Doria avvenne per concorso ad inviti.
La società Italia avrebbe proposto agli architetti più in luce dell’epoca, non necessariamente esperti di
arredo navale, di presentare il loro progetto per le sale pubbliche della nuova ammiraglia.
Tra coloro che parteciparono al concorso vi furono Gio’ Ponti insieme a Nino Zoncada, Matteo Longoni, Gustavo Pulitzer Finali, Antonio Cassi Ramelli associato con Ettore Rossi ed Enrico Parenti e Giulio Minoletti.
La Società Italia decise di dividere i saloni di prima classe dell’Andrea Doria fra molti di quanti parteciparono al concorso Ad Antonio Cassi Ramelli associato con Ettore Rossi ed Enrico Parenti andarono il vestibolo gli scaloni e la sala da pranzo.

mercoledì 26 gennaio 2011

1965 - Ospedale Sant’Anna di Como

1965 - Ospedale Sant’Anna di Como


Nel 1965 l’arch. Ettore Rossi progettò un monoblocco a torre di nove piani fuori terra, con planimetria a T, la facciata principale curvilinea collegata al centro del sistema a collegamento tra i reparti e i servizi generali.
L’edificio alterò il sistema progettato dall’ing. Marcovigi del quale si perse la spina centrale.

martedì 25 gennaio 2011

venerdì 21 gennaio 2011

Lo studio di Ettore Rossi prima della guerra

1938-39

Mario Ridolfi prende in affitto uno studio vero e proprio, un grande appartamento in via di Villa Ruffo 5 inizialmente diviso con Giulio Rinaldi, poi anche con Vittorio Cafiero ed Ettore Rossi. Oltre a Frankl, ormai stabilitosi con famiglia a Roma, lo studio al tempo è frequentato da un giovanissimo Giuseppe Perugini e da alcuni studenti tra i più dotati dell'Istituto Tecnico Industriale Grella (poi Galileo Galilei) dove Ridolfi insegna dal 1930. Ma lo scoppio della guerra e il conseguente blocco dell'attività edilizia, nonché la proclamazione delle leggi razziali per le quali nel luglio 1939 Frankl è costretto ad abbandonare l’Italia, inducono Ridolfi a rescindere il contratto d'affitto.

L'architetto Ettore Rossi, pertanto,  ha il suo studio professionale a Roma in Via di Villa Ruffo 5 all'inizio del parco di Villa Borghese in zona Flaminio.
Il 30 giugno 1938 anno XVI dell'era fascista, Ettore Rossi ottiene il parere favorevole al suo progetto per il Policlinico di Modena dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Il 20 giugno dell'anno seguente 1939 Ettore Rossi deposita i calcoli strutturali ed il progetto delle strutture all'Ingegnere Capo del genio Civile di Modena ing. Salvatore de Luiso.
I lavori per la costruzione del Policlinico di Modena possono cominciare.

Lo Studio di Ettore Rossi nel dopoguerra




Via del Pozzo 17
 Lo studio di Ettore Rossi a Modena
L'Architetto Ettore Rossi, oltre allo studio e alla abitazione di Milano, utilizzava a Modena  un altro studio per la sua Direzione Lavori , per seguire la costruzione del Policlinico e , ndr supposizione dello scrivente,  come domicilio di zona.
Una palazzina in Via del Pozzo 17, che compare su molti suoi atti di DL, come suo studio; il fabbricato e' a poca distanza dal Policlinico e attualmente e' sede di un ottimo e consigliabile Ristorante.
In via del Pozzo 17 si trovava anche la sede del Consorzio per la costruzione del Nuovo Ospedale clinico

Lo studio di Ettore Rossi a Milano

A Milano Ettore Rossi aveva lo studio in Via Leopardi 14 a Milano; verso la fine degli anni '50 si trasferisce in via Sisto 8 ove fu affiancato dal figlio Architetto Cante Rossi.
Fu poi aperto un ulteriore studio professionale a Roma in Via G. da Carpi 1; a rimarcare la specializzazione in edilizia sanitaria persefuita nel dopoguerra lo studio prese il nome di










La firma di Cante Rossi
La firma di Ettore Rossi

giovedì 20 gennaio 2011

Al via le fondazioni

1940-41

A seguito di appalto concorso con esito nullo, i lavori di fondazione furono affidati a trattativa privata.
Nel 1940 viene stipulato regolare contratto per la esecuzione delle fondazioni su pali trivellati con la Impresa I.L.S.A. (Impresa Lavori Specializzati Autarchici) del Geom. Vittorio Rimondi con sede a Roma e a Ferrara.
All'inizio del 1941 il contratto viene registrato e nella primavera del 1941, verbale del 10.3.1941, partono i lavori di esecuzione dei pali seguiti dalle prove di carico.
Nel settembre 1941 i lavori si interrompono, nell'ottobre 1941 vengono eseguite le ultime prove di carico.
Il cantiere viene chiuso nell'ottobre del 1941, con verbale del 10.12.1941 sono ufficilamente sospesi per mancanza di assegnazione di cemento in conseguenza delle vicende di guerra.

mercoledì 19 gennaio 2011

Prova di carico su palo - Policlinico - 1941

Prova di carico su palo

Il palo risulta gettato il 22 luglio 1941, la prova di carico viene eseguita il 10 ottobre 1941
Alla presenza dell’ing. Salvatore De Luise e dell’ing. Zaccaria Antonio della Commissione di Vigilanza, dell’ing. Remigio Casolari per la Direzione Lavori e del Geom. Vittorio Rimondi per la Ditta ILSA viene caricato il martinetto progressivamente, con diverse pause da 10 minuti l’una, fino ad arrivare alla pressione di 180 atmosfere.
Nella prima foto si intravede al centro il martinetto idraulico e ai lati il telaio di sostentamento del carico superiore in casseratura di legno piena di terra.
A contrasto del martinetto, si vede nella seconda foto la casseratura in legno costruita in opera e riempita con terra fino alla misura massima di prova ovvero 75 tonnellate
Il palo n.1 sul plinto n. 499 da progetto risultava avere un carico di lavoro di 50 tonnellate pertanto il carico di prova doveva essere 1,5 volte ovvero 75 tonnellate.
La prova risulto’ positiva, nel 1941 e 1942 fino alla interruzione dovuta alla guerra furono eseguite 20 prove di carico a campione e su scelta della commissione di collaudo sui pali gettati in quel periodo.
Due addetti con badile provvedono a riempire ed uniformare il carico di terra.






Nella terza foto una perforazione e getto di un palo

sabato 15 gennaio 2011

Posa ufficiale della prima pietra



Posa della prima pietra.I primi lavori erano gia' iniziati nel decennio precente ma ci fu l'inaugurazione ufficiale con la posa della pietra a cura dell'onorevole ministro dei LLPP Aldisio il 7 giugno 1951. Una casa colonica nelle vicinanze (che non esiste piu') fu sede dell'evento e dei festeggiamenti.
Nello sfondo, attaccati alla parete della casa colonica si intravedono i progetti del Nuovo Policlinico di Modena.

sabato 8 gennaio 2011

1951 - L'architetto Ettore Rossi



Siamo nella primavera del 1951 nell'area di costruzione del Policlinico di Modena.
Nella foto si riconosce l'allora ministro dei Lavori Pubblici Salvatore Aldisio, l'ingegnere modenese Mario Pucci allora assessore, probabilmente (ma non ne sono sicuro) si riconosce l'allora sindaco Alfeo Corassori.
Il primo sulla sinistra e' il progettista e Direttore dei Lavori del Policlinico di Modena, l'architetto razionalista Ettore Rossi.
Salvatore Aldisio e' quello con gli occhiali, giacca nera.
Mario Pucci guarda in alto con il basco in testa.
Alfeo Corassori dovrebbe  essere il terz'ultimo verso destra.
E gli altri chi sono?

venerdì 7 gennaio 2011

Modifiche al progetto



1952.
Molte sono le modifiche eseguite in corso d'opera rispetto al progetto in plastico, ma la piu' importante e' l'aumento di piani.
Il consiglio superiore della Sanita' nel 1952 conferisce parere favorevole all'aumento di piani da sette a otto giustificato da esigenze economiche, l'ingegnere capo del Genio Civile ing. Pompilio Calabrese sulla base dei calcoli relativi ai pali ed alle strutture sempre nel 1952 approva l'aumento di piano.

Il cantiere - Policlinico - 1952

Il cantiere - Policlinico - 1952
I pioppi in lontananza costeggiano la Via Emilia; verso destra, in direzione Bologna, si intravede sull'estremo spigolo  la chiesa di San Lazzaro.
L'accesso del cantiere e' da Via Emilia e non c'e' alcun tipo di recinzione; probabilmente non avevano timore di furti o forse c'era chi voleva un accesso facilitato.
Alla sinistra della foto una cinghia di trasmissione di potenza senza protezioni (non era ancora uscito il DPR 547/55) collegata al maglio e compattatore dei pali.
Un manovratore attento ne comanda in piedi il funzionamento.
Dietro il compattatore due muratori con balide addetti al riempimento del palo.
A destra si gettano i plinti, tre muratori rovesciano il carico di calcestruzzo all'interno della casseratura.
Sullo sfondo pali non ancora scapitozzati, in primo piano i ferri di ripresa da un plinto gia' gettato. I piani di carico, le passerele e le anditoie non protette ricordano che il DPR 164/56 non era ancora uscito, altri tempi, tempi in cui il badile era ancora l'attrezzo piu' usato dai muratori.

giovedì 6 gennaio 2011

Operazioni di getto dei plinti - Policlinico - 1952

Operazioni di getto dei plinti

Utilizzavano un carrello su rotaie e binari per trasportare il calcestruzzo fresco fino ai plinti da gettare.Il carrello e' simile a quello che veniva utilizzato nelle miniere per trasporto di minerale.Probabilmente la sua capacita si aggirava circa su un metro cubo di calcestruzzo, piu' di 2 tonnellate.
Il carrello veniva spinto a mano fino alla casseratura del plinto e poi rovesciato dall'alto.Come si vede dalla foto partecipavano alla operazione otto lavoratori, di cui sette sopra l'assito in sopraelevazione costruito in legno e direttamente in opera.L'altro sotto il ponte nella zona di scarico del calcestruzzo probabilmente per controllare la corretta esecuzione e omogeneita' del getto.
I plinti realizzati con questo metodo furono circa 800.A destra si nota un consistente affioramento di acqua probabilmente dovuto a piogge o ad un livello alto di falda freatica. Finalmente si rovescia il carrello ed il calcestruzzo entra nella casseratura.

mercoledì 5 gennaio 2011

Al via le strutture

1951-1953

Nel 1951 riprendono i lavori di posa dei pali di fondazione sempre con l'impresa del Geom. Vittorio Rimondi che nel 1953 ne ultima l'esecuzione.
Da notare i difetti di allineamento dei pali che avranno avuto senz'altro ricadute sulla posa dei pilastri
Il collaudo statico delle opere di fondazione viene attestato dall'ing. Brunellesco Ciampolini (laureato a Bologna nel 1906) il 7 luglio 1953 e consente l'inizio delle lavorazioni in elevazione.
In seguito al decesso del collaudatore, diverse riserve espresse dall'impresa vengono risolte da una nuova commissione di collaudo presieduta dall'ing. Alfredo Lenzi con atto di collaudo definitivo nel 1956.
Nel 1961 il Geom. Vittorio Rimondi acquista il Palazzo Bevilacqua a Ferrara.

martedì 4 gennaio 2011


Ottobre 1954.
L'allora presidente del Rotary Club di Modena, Carlo Alberto Perroux posa davanti al Corpo A del Policlinico in costruzione; in alto si nota il ponteggio in legno per la realizzazione del ballatoio del corpo A.
Ancora piu' indietro il corpo B ancora senza tramezzature.

Visita in cantiere del Rotary Club di Modena


Ottobre 1954.
La visita gradita del Rotary Club al cantiere in costruzione fra tondini (lisci) per armatura del cemento armato, strutture in elevazione e laterizi stoccati.
Assenza totale di dispositivi antinfortunistici.
Sono tutti, per me, sconosciuti.

lunedì 3 gennaio 2011

Febbraio 1956
Le strutture in elevazione, iniziate nel 1953 a fine lavori fondazioni, a febbraio 1956 sono ultimate.
L'impresa esecutrice era la Pierangeli e Cangiotti di Pesaro, ad oggi trasformata e conosciutissima come Industrie PICA.
Nel dopoguerra l'arch. Ettore Rossi trasferisce lo studio a Milano, prima in via San Sisto 8, poi in via Leopardi 14.