lunedì 28 marzo 2011

1928 - Arch. Le Corbusier - Movimento Italiano Architettura Razionale

Il manifesto dell'Architettura Razionale

1928 - 1931 La Villa Savoye
La villa altro non e' che  il manifesto dei cinque punti della nuova architettura formulati nel 1927 da Le Corbusier per teorizzare i principi fondamentali del Movimento Moderno:


- I pilastri
- Le terrazze giardino
- La pianta libera
- La finestra a nastro
- La facciata libera.

La finestra a nastro: "La finestra è una delle mete essenziali della casa. Il progresso porta una ventata di liberazione. Il cemento armato rivoluziona la storia della finestra. Le finestre possono snodarsi da un bordo all'altro della facciata."
La facciata libera: "I pilastri sono rientranti rispetto alle facciate, all'interno della casa. Il pavimento prosegue in aggetto. Le facciate non sono altro che membrane leggere di pareti isolanti o finestre. La facciata è libera; le finestre possono snodarsi ininterrottamente da un bordo all'altro della facciata".
I pilastri: "La casa su pilastri! La casa sprofondava nel terreno: vani bui e spesso umidi. Il cemento armato ci da i pilastri. La casa si libra nell'aria, lontana dal terreno: il giardino passa sotto la casa, sul tetto."
Le terrazze giardino: "Il cemento armato è il nuovo mezzo che consente di realizzare coperture omogenee. Il cemento armato si dilata enormemente. La dilatazione determina la fessurazione dell'opera nei momenti di brutale ritiro. Anzichè cercare di scaricare repidamente le acque piovane, sforzarsi, al contrario, di mantenere un'umidità costante sul cemento della terrazza e, di conseguenza, una temperatura regolare a livello del cemento armato. Misura protettiva particolare: sabbia ricoperta di spesse lastre di cemento con giunti divaricati, tali giunti sono seminati a erbetta."
La pianta libera: "Fin qui: muri portanti; partendo dal suolo, si sovrappongono, formando il pianterreno e i piani, fino al sottotetto. La pianta è schiava dei muri portanti. Il cemento armato conferisce alla casa una pianta libera! I piani non si sovrappongono più con tramezzature. Sono indipendenti."

Così Le Corbusier descrive la villa: "I singoli pilastri del pianterreno, grazie a una giusta disposizione, ritagliano il paesaggio con una regolarità il cui effetto è quello di abolire qualsiasi nozione di "davanti" o di "dietro" della casa, di "lato" della casa. La casa è una scatola sospesa nell'aria, interamente e ininterrottamente cinta da una finestra a nastro...La scatola si trova in mezzo ai prati....
I pilastri, nuovi elementi portanti all'interno della gabbia strutturale in cemento armato, permettono di ottenere grandi spazi, estremamente luminosi grazie alle finestre a nastro. La villa è esempio di libertà e flessibilità planimetrica."


Nel 1928 in Italia il Gruppo 7 (formato dagli architetti Luigi Figini, Guido Frette, Sebastiano Larco, Gino Pollini, Carlo Enrico Rava, Giuseppe Terragni e Ubaldo Castagnola, sostituito l’anno dopo da Adalberto Libera con nche Giuseppe Pagano, pur non aderendo direttamente al gruppo ne sostenne le posizioni, condividendo le tesi del movimento) si ampliò con la fondazione del MIAR (Movimento italiano architettura razionale), che comprendeva una cinquantina di architetti divisi per ambito regionale.
L'architettura razionale si rivolgeva in modo del tutto consapevole alla ragione dello spettatore. Doveva comunicare purezza, sapere e conoscenza. Dall’uso costante della razionalità, dalla perfetta rispondenza dell'edificio agli scopi che si propone, si era certi dovesse risultare, appunto per selezione, lo stile.
1. La prima esigenza in ogni edificio era il raggiungimento della migliore utilità possibile
2. I materiali impiegati e il sistema costruttivo devono essere subordinati a questa esigenza primaria.
3. La bellezza consiste nel rapporto diretto tra edificio e scopo, caratteristiche dei materiali ed eleganza del sistema costruttivo.
4. L'estetica di tutto l'edificio è nel suo insieme senza preminenza di facciate o piante o particolare architettonico.
5. Ciò che è funzionale è anche bello.
6. Come le parti vivono nell'unità dei rapporti reciproci, così l’edificio vive nel rapporto con gli edifici circostanti.
7. La casa è il prodotto di una disposizione collettiva e sociale.

Negli anni trenta l'architettura razionalista cedette il posto all'architettura "neoclassica" di Marcello Piacentini, con cui Ettore Rossi collaboro' diverse volte trasformandosi cosi' in un post-razionalista

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