Mario Ridolfi prende in affitto uno studio vero e proprio, un grande appartamento in via di Villa Ruffo 5 inizialmente diviso con Giulio Rinaldi, poi anche con Vittorio Cafiero ed Ettore Rossi. Oltre a Frankl, ormai stabilitosi con famiglia a Roma, lo studio al tempo è frequentato da un giovanissimo Giuseppe Perugini e da alcuni studenti tra i più dotati dell'Istituto Tecnico Industriale Grella (poi Galileo Galilei) dove Ridolfi insegna dal 1930. Ma lo scoppio della guerra e il conseguente blocco dell'attività edilizia, nonché la proclamazione delle leggi razziali per le quali nel luglio 1939 Frankl è costretto ad abbandonare l’Italia, inducono Ridolfi a rescindere il contratto d'affitto.
L'architetto Ettore Rossi, pertanto, ha il suo studio professionale a Roma in Via di Villa Ruffo 5 all'inizio del parco di Villa Borghese in zona Flaminio.
L'architetto Ettore Rossi, pertanto, ha il suo studio professionale a Roma in Via di Villa Ruffo 5 all'inizio del parco di Villa Borghese in zona Flaminio.
Il 30 giugno 1938 anno XVI dell'era fascista, Ettore Rossi ottiene il parere favorevole al suo progetto per il Policlinico di Modena dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Il 20 giugno dell'anno seguente 1939 Ettore Rossi deposita i calcoli strutturali ed il progetto delle strutture all'Ingegnere Capo del genio Civile di Modena ing. Salvatore de Luiso.
I lavori per la costruzione del Policlinico di Modena possono cominciare.
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