mercoledì 25 aprile 2012

Genesi edilizia del Monoblocco (3/4)

3) Ospedali a Padiglioni - corridoio con piccole infermerie
A rimediare in parte a questi inconvenienti qualche costruttore ideò di ridurre ancora da 16-18 a 12-14 il numero dei letti nelle infermerie all’estremo dei padiglioni, aumentando però il numero dei letti del gruppo di altri 8 o 10, distribuiti questi in 4 o 5 camere lungo il corridoio.
E’ questo il tipo dell’Ospedale Schwabing di Monaco e qualche altro dell’immediato anteguerra, che prelude all’adozione, anche per gli ospedali generali, del padiglione così detto a corridoio.
Già da qualche tempo era andato diffondendosi per la cura della tubercolosi, un nuovo tipo di padiglione a corridoio con le camere per i malati rivolte a mezzogiorno con antistante terrazzo, e tutte comunicanti posteriormente con un lungo corridoio ben illuminato e aerato, al di là del quale stavano collocati i gruppi locali di servizio.
Tra i primi del genere costruiti in Italia ricordiamo il sanatorio di Prasomaso e l’Ospedale Sanatorio in Garbagnate Milanese e più tardi molti altri.
Ma per gli ospedali in generale, specie da noi, si era restii ad adottare tale tipo di padiglione a piccole infermerie bene esposte distribuite lungo un corridoio
Verso il 1930 assistiamo anche in Italia alla tendenza di raccogliere maggiormente gli edifici e di ridurre il numero dei letti nelle infermerie, come ne fanno prova gli atti del Congresso Nazionale del 1929 e l’intervento del prof. Canalis:
“... quando l’economia di costruzione e di esercizio consigli di unire in uno o pochi edifici a più piani le infermerie ed i servizi che prima si distribuivano in edifici sparsi, seguendo il tipo misto che ha fatto buona prova in America”.
Liberamente tratto dagli Atti del Sindacato Provinciale  Ingegneri di Lombardia n.1 1934 - Gli sviluppi dell’Edilizia Ospedaliera - con la collaborazione del prof. Enrico Ronzani - Direttore degli Istituti Ospedalieri di Milano.

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