venerdì 28 gennaio 2011

1947 - Case Albergo - Architettura minimalista

 

Casa Albergo, via Filippo Corridoni 22
di Luigi Moretti 1947-50 collaboratore Arch. Ettore Rossi
Forme apparentemente semplici rivelano un contenuto complesso. Questo famoso edificio realizzato dall'architetto romano Luigi Moretti tra il 1947 e il 1950  con la collaborazione del nostro Arch. Ettore Rossi stupisce per le proporzioni perfettamente studiate.
E' un edificio di quattordici piani caratterizzato da due fronti scanditi da finestre regolari per questo verso molto somigliante al Policlinico ( non certo per la forma) ed anche per la peculiarità della costruzione, i fianchi completamente nudi, segnati da una profonda spaccatura centrale che taglia la superficie liscia.
Una vera e propria lezione di minimalismo dai primi anni Cinquanta tentata con minor fortuna anche al Policlinico di Modena.
Nell’immediato dopoguerra Ettore Rossi si trasferisce a Milano insieme ad altri professionisti fra i quali l’arch. Luigi Moretti.

Quest’ultimo fonda, con Adolfo Fossataro, la società Cofimprese a cui il Comune di Milano affida la realizzazione di una serie di complessi residenziali.
In un’intervista del 1987 Adolfo Fossataro cita anche Ettore Rossi che probabilmente ha collaborato con Luigi Moretti alla progettazione delle case albergo e così ricorda:
“… dopo la liberazione conoscemmo, Moretti ed io contemporaneamente, un assessore comunista, l’assessore Montagnana, il quale ci prese in simpatia e accettò l’idea di Moretti di costruire le case-albergo, per le quali io mi occupai di trovare i finanziamenti e di recuperare i fondi, mentre Moretti avrebbe curato la parte progettuale ed esecutiva…. Il Comune accettò in pieno l’idea delle case albergo perché io mi ero impegnato a trovare dei contributi finanziari. Ricordo bene che il contratto era di circa un miliardo, anche se poi arrivò a quasi tre miliardi, perché i lavori anziché durare diciotto mesi, durarono quasi cinque anni. Il contratto iniziale, dicevo, fu esattamente di 900 milioni, e questa fu una grossa bomba che scoppiò a Milano, quando si seppe che due novellini, chiamiamoci così, avevano sfondato con un’amministrazione comunista mentre altri no. Infatti Rossi era un fascistone, Moretti era un fascista, io ero un fascista, e, nonostante ciò costruimmo queste case albergo..”
L’edificio di via Corridoni rappresenta una forte novità nella concezione dell’edilizia residenziale di quegli anni. E’ concepito per ospitare 520 piccoli appartamenti, di mq 20 ciascuno, fruibili da una sola persona, affiancati da infrastrutture per servizi comuni (ristorante, sale soggiorno, locali di servizio diversi), e completati da corpi di collegamento destinati a negozi ed uffici.
Caratterizzato dalle grandi fenditure delle testate, coincidenti con i corridoi centrali, l’edificio, in cemento armato, è rivestito in mosaico di vetro bianco, primo esempio di una finitura che Moretti riproporrà in opere successive.
Negli anni successivi Moretti realizza a Milano altre due case-albergo, in via Lazzaretto e in via Bassini.
L’architetto Luigi Moretti disse:
“L’edificio è una delle opere più ardite dell'architettura moderna e nel suo tipo unica in Europa. Nel suo stile d’avanguardia nessuna concessione è stata fatta a elementi decorativi, ma tutta la bellezza e l’efficacia è stata realizzata con le sole aperture delle finestre, che con la loro dislocazione rispondono esattamente alle necessità interne delle stanze. Pur essendo un’architettura senza decorativismi, essa assume un valore particolarmente lirico, specialmente attraverso le grandi fenditure delle testate, che segnano esattamente lo spazio dei corridoi centrali. Corridoi che sono concepiti come strade sovrapposte, ciascuna delle quali a servizio di due fila di case minime.„

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